martedì 10 marzo 2015

Parola


due punti:
a cura di Sandra Tornetta
Parola: 
Nel 1972 Mina e Alberto Lupo intonavano il ritornello" parole soltanto parole, parole fra noi" il cui sottotesto rimandava alla vacuità della parola rispetto alla concretezza dei fatti. Questa idea che le parole siano volatili, che non rappresentino da sole la forza dei concetti di cui sono l'estrinsecazione linguistica, oggi è più che mai imperante.

Mina e Alberto Lupo, 1972
Il mondo moderno predilige le azioni, meglio se veloci e collegate fra loro: produce adulti performanti, adolescenti interconnessi, bambini iperattivi e poco spazio, se non quello da slogan politico/ pubblicitario, viene elargito al potere salvifico della parola. Eppure il termine parola è direttamente mutuato dal latino parabula "esempio",che proprio nella concretezza delle azioni trova la sua prima e naturale collocazione. Come a dire che la parola è atto, o - come direbbe Aristotele- che la forma è sostanza. Lo avevano compreso bene gli antichi Greci, che attorno al  lógos hanno costruito tutta la loro forza politica, filosofica, culturale. Durante il periodo di massimo sviluppo della democrazia, il diritto di parola era anche un dovere che ogni buon cittadino aveva l'obbligo morale di ottemperare recandosi in assemblea e prendendo la parola sugli argomenti che più gli stavano a cuore. In questo modo l'esperienza politica, stimolando la crescita culturale dei cittadini, andò di pari passo con l'amore per lo studio della parola e la cultura divenne presto un unico terreno fertile sul quale coltivare la civiltà. 
Tutto il contrario di ciò che avviene oggi. Oggi la parola, intesa come lógos, come cura del proprio io nel quale far germogliare libertà di espressione e pensiero critico, ha perduto l'antico sfavillio che l'ha resa per secoli garante del fiorire di grandi civiltà ed è stata reietta al rango di mero sofisma per intellettuali. Oggi le parole sono pietre quando servono a deridere, infangare, mortificare; volano via in fretta quando fanno paura per le infinite possibilità che dischiudono. 
Usiamo bene le parole, perché siamo ció che diciamo. 
#usiamobeneleparole 


Chi ha il linguaggio ha il mondo.
Hans Georg Gadamer

Nessun commento:

Posta un commento